Corte Suprema di Cassazione ordinanza 14.02.2024 – Conto anticipi mancata produzione del contratto – Esclusione di tutte le competenze addebitate sul conto principale – Da un debito di € 204.724,94 ad un credito di € 11.772,50

DA DEBITORE DI € 204.724,90 A CREDITORE DI € 11.772,50

Bellissima sentenza in favore di un Imprenditore costretto a chiudere la propria azienda dopo che la banca gli aveva ingiunto di pagare una somma spropositata e non vera. Questa sentenza è la prova che le banche, molto spesso, chiedono somme non dovute, quindi indebite. 

Mai rassegnarsi, ma agire con competenza per vedere riconosciuti i propri diritti.

Il correntista, assistito dall’Avv. Alessio Orsini per tutti e 3 i gradi di giudizio, è risultato vittorioso anche innanzi alla Suprema Corte di Cassazione, a cui la Banca si era rivolta dopo che, sia il giudice di primo grado che, quello di appello, avevano ritenuto fondati i motivi avanzati in sede di opposizione a decreto ingiuntivo. In particolare, la vicenda trae origine da una ingiunzione che la Banca aveva notificato al proprio correntista per una somma di € 204.724,94 che, dopo il primo grado, veniva ridotta ad € 18.117,01 ed in seguito all’appello spiegato dalla Banca - ove veniva spiegato appello incidentale dal correntista – l’ esposizione debitoria veniva azzerata, risultando invece un credito a favore dell’utente bancario di € 11.772,50, Una volta giunti innanzi alla Suprema Corte di Cassazione, quest’ultima ha confermato le ragioni del correntista, ribadendo come “la mancata produzione del contratto anticipi impedisce la determinazione degli interessi nel medesimo stabiliti e l’individuazione delle commissioni e spese, come già rilevato dal c.t.u. in primo grado”.

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